1. Quali sono i passi necessari per poter installare una propria stazione e trasmettere sulle frequenze radioamatoriali?
A seguito dell'emanazione degli ultimi provvedimenti legislativi (DLgs 259/03 "Codice delle Comunicazioni Elettroniche" nonché il DM 21/7/2005 sull'unificazione delle patenti) l'attuale normativa prevede che:
- il candidato si presenti a sostenere l'esame teorico-pratico presso il locale Ispettorato Territoriale del Ministero delle Comunicazioni;
- superato l'esame, riceva la patente di operatore di stazione di radioamatore;
- ricevuta la patente, inoltri richiesta del nominativo di stazione presso la Direzione Generale Concessioni ed Autorizzazione del Ministero (v.le America 186 - 00144 Roma);
- ricevuto il nominativo (operazione che deve essere espletata entro 30 giorni) presenti (meglio se tramite raccomandata A/R) la dichiarazione per la richiesta di autorizzazione generale al locale Ispettorato Territoriale.
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2. Come è strutturata la prova teorica dell'esame per il conseguimento della patente di operatore?
A seguito dell'emanazione dell'emanazione del Decreto Ministeriale sull'unificazione delle due classi di patente, è stato inoltre specificato che le prove d'esame dovranno essere basate esclusivamente su quiz a risposta multipla. Siano in attesa di conferma circa il numero di domande e di possibili risposte per ciascuna domanda. Durante una precente fase di sperimentazione alcuni Ispettorati Territoriali predisponevano un test composto da 30 domande con 4 possibili risposte (più o meno simili nella forma ai quiz per il conseguimento della patente di guida).
Gli argomenti principali rimangono, in ogni caso: elettrotecnica, radiotecnica, legislazione delle telecomunicazioni. E' ovviamente previsto che almeno una o più domande prevedano il calcolo di valori incogniti all'interno di un piccolo circuito alimentato in corrente continua o alternata.
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3. Su quali testi è possibile studiare in preparazione alla prova teorica dell'esame?
Premesso che le varie sezioni locali delle associazioni nazionali di radioamatore organizzano dei corsi con appositi istruttori in grado di descrivere tutti i principali argomenti, è anche possibile presentarsi all'esame studiando da autodidatta, su appositi testi. Per mantere uniformità con il programma ministeriale , si possono acquistare i seguenti testi:
- "La patente di radioamatore - 4a edizione" (Franco Malenza - Casa Editrice "Editor i.e.")
- "Il Manuale degli esami" (Marco De Matteis - Gianfranco Sabbadini - Casa Editrice "Ediradio")
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4. E' possibile per i vecchi titolari di patente di classe "B" (ex-speciale) trasmettere sulle gamme radioamatoriali in onde corte (HF)?
A seguite delle decisioni assunte alle conferenza mondiale delle telecomunicazioni (WRC) svoltasi a Ginevra nel giugno/luglio 2003, le singoli Amministrazioni dei vari Paesi sono libere di mantenere o abrogare il requisito della conoscenza della telegrafia Morse per l'accesso alla trasmissione sulle gamme in onde corte. Il funzione di quanto deciso nel 2003, il Ministro delle Comunicazioni, on. Mario Landolfi, ha firmato lo scorso 19 luglio 2005 un Decreto che recepisce tale decisione della WRC e riunifica le due classi di patente nella sola classe "A" (ex-ordinaria). Di conseguenza i titolari di patente di classe "B" (ex-speciale) vengono automaticamente equiparati (nei diritti e nei doveri) alla classe superiore, consentendo loro di trasmettere sulle gamme radioamatoriali in onde corte. E' facoltà dei vari titolari di patente di classe "B" continuare ad usare nella trasmissione il nominativo originariamente assegnato a suo tempo, oppure fare richiesta di assegnazione di un nuovo nominativo di chiamata della serie ordinaria (IZ, IT9, IV3, IN3, IS0, IX1). Al momento siamo in attesa di conoscere la modulisica che sarà predisposta per eseguire questo genere di richiesta.
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5. Come vengono assegnati i nominativi di stazione di radioamatore?
I nominativi vengono assegnati esclusivamente dal Ministero delle Comunicazioni, attraverso la sua Direzione Generale Concessioni ed Autorizzazioni o dai suoi uffici periferici (Ispettorati Territoriali ) e non possono essere assolutamente modificati o ceduti a terze persone. Il nominativo è costutito da una o due lettere che si definiscono "prefisso internazionale" (che contraddistingue il Paese, seconda la tabella di assegnazione internazionale prevista dalla ITU, International Telecommunication Union), seguito da uno o, al massimo, due numeri e da due o tre lettere (dette "suffisso") che individuano in modo univoco (e su scala mondiale) la singola stazione. Nel caso italiano i nominativi attualmente assegnati si compongono in questo modo:
I : prefisso internazionale per l'Italia;
Z o W : per indicare la classe di autorizzazione (Z indica la classe "A", W indica la classe "B", non più rilasciate dal 25/8/2005);
[numero da 0 a 9] : per indicare l'area geografica (secondo la prima cifra del Codice di Avviamento Postale);
[2 o 3 lettere in ordine progressivo] : individuano il singolo titolare di stazione.
Esistono, poi, delle differenziazioni a seconda se la Regione di appartenenza sia a statuto ordinario (es.Lombardia) oppure speciale (es: Sardegna). In tal caso il nominativo segue una leggera differenziazione. Poichè la trattazione, nel dettaglio, sarebbe molto lunga si rimanda a questo link per tutti i particolari (la pagina è in inglese).
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6. Qual è la potenza massima di trasmissione consentita ai radioamatori?
Allo stato attuale i radioamatori con autorizzazione di classe "A" possono trasmettere fino a 500 watt. Tale potenza si riferisce, in ogni caso, a quella erogata dal trasmettitore (salvo diversa indicazione sul Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze).
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7. Su quali frequenze è consenta la trasmissione all'esterno della propria stazione, senza alcuna preventiva autorizzazione?
I radioamatori possono liberamente trasmettere, all'esterno della propria stazione, su qualsiasi frequenza loro riservata dal Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze (PNRF). Sussiste l'unico divieto di trasmettere, su frequenze radioamatoriali, da mezzi aeromobili.
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8. E' consentito utilizzare i propri apparati radio all'estero senza alcuna preventiva autorizzazione?
Si ma esclusivamente nei Paesi che hanno recepito la "raccomandazione CEPT TR 61-01" sulla reciprocità delle autorizzazioni di radioamatore. Sulle nuove autorizzazioni generali la reciprocità è inserita automaticamente. I titolari delle licenze rilasciate prima del 2002 possono richiedere (in carta semplice) al proprio Ispettorato Territoriale l'apposizione di un timbro (o di un'apposita lettera) che estenda la validità della licenza ai Paesi aderenti alla CEPT. L'autorizzazione di classe "A" equivale al livello "1" della raccomandazione CEPT mentre l'autorizzazione di classe "B" (non più rilasciata dal 25/8/2005) equivale al livello "2".
Nel caso ci si rechi un Paesi che non ha recepito la suddetta raccomandazione CEPT, è necessario richiedere un'apposita autorizzazione temporanea. Recandosi in un altro Stato è necessario attenersi alla regolamentazione locale.
In questo documento PDF (Adobe Acrobat) è contenuto l'elenco dei Paesi che recepiscono la suddetta raccomandazione CEPT, con il dettaglio di tutte le classi di autorizzazione previste all'estero.
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9. Che tipo di nominativo si può utilizzare recandosi in un Paese che aderisce alla raccomandazione CEPT TR 61-01?
E' necessario precedere il proprio nominativo italiano dal prefisso internazionale previsto dallo Stato in cui si trova ad operare (es: F/IZ1XYZ in Francia, EI/IW0ZYX in Irlanda ecc...).
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10. E' necessario dichiarare al locale Ispettorato Territoriale del Ministero ogni volta che si cambiano i propri apparati radio?
No, la normativa vigente prevede che si dichiarino gli apparati che si intendono utilizzare presso la propria stazione, solo nella prima dichiarazione per il conseguimento dell'autorizzazione generale. Successivamente quest'obbligo non sussiste più.
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11. E' possibile denunciare i propri apparati riceventi e/o trasmittenti presso il locale Commissariato di Pubblica Sicurezza (o caserma dell'Arma dei Carabinieri) nel caso in cui non si possieda la specifica autorizzazione generale?
No. L'attuale Codice delle Comunicazioni Elettroniche (Dlgs 259/2003) non prevede più (esplicitamente) la possibilità di denunciare il possesso di apparati radioelettrici trasmittenti di qualsiasi genere. Di conseguenza il relativo possesso è consentito solo disponendo dell'opportuna autorizzazione generale o licenza individuale. L'uso di apparati riceventi (anche "scanner" a larga banda) è libero (art. 134, comma 4° DL 259/2003).
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12 Qual è l'entità del contributo annuo da pagare per poter proseguire l'attività radio?
Il Codice delle Comunicazioni Elettroniche indica un contributo annuo complessivo di 5 euro.
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13. Qual è il periodo massimo di validità dell'autorizzazione generale di stazione di radiaomatore?
L'autorizzazione generale ha una validità massima di 10 anni ed è rinnovabile, attraverso una semplice dichiarazione da inoltrarsi al locale Ispettorato Territoriale del Ministero.
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14. Si possono utilizzari apparati civili e/o militari (surplus) per poter trasmettere sulle frequenze radioamatoriali?
Si. Per la propria attività radio può essere usato qualsiasi tipo di apparato (anche modificato e/o riprogrammato in frequenza) purchè non emetta spurie o armoniche che possano disturbare gli altri servizi. Gli apparati in uso ai radioamatori non hanno necessità di alcuna formale omologazione del Ministero delle Comunicazioni.
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15. I radioamatori possono detenere apparati ricetrasmittenti anche per le bande su cui non hanno l'autorizzazione a trasmettere o in grado di irradiare con potenze superiori rispetto a quelle consentite dalla propria classe di autorizzazione?
Si. I radioamatori possono detenere qualsiasi tipologia di apparato ricetrasmittente, purchè lo utilizzino solo sulle rispettive frequenze e con la potenza massima prevista dalla propria autorizzazione.
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16. Quali titoli di studio consentono l'esonero dalle prove d'esame per il conseguimento della patente di radioamatore?
Attualmente i seguenti titoli consentono l'esonero dalla prova d'esame:
a) certificato di radiotelegrafista per navi di classe prima, seconda e speciale, rilasciato dal Ministero delle comunicazioni;
b) diploma di radiotelegrafista di bordo, rilasciato da un istituto professionale di Stato
c) certificato generale di operatore GMDSS, rilasciato dal Ministero delle comunicazioni;
d) laurea in ingegneria nella classe di ingegneria dell'informazione o equipollente;
e) diploma di tecnico in elettronica o equipollente conseguito presso un istituto statale o riconosciuto dallo Stato.
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17. Il regolamento di condominio, l'asseblea dei condòmini o l'amministratore dello stabile possono opporsi all'installazione di antenne radioamatoriali?
No, se le antenne rispettano le <<vigenti norme di carattere tecnico, urbanistico, ambientale e di tutela della salute pubblica e non provocano turbative e interferenze ad altri impianti di radiocomunicazioni>> (art. 17 comma 1 e 2 DM 11/2/2003). Normalmente per l'installazione di un palo telescopico o di un piccolo traliccio (circa 9-10 metri) non è richiesta alcuna concessione edilizia, sia perchè non viene modificata la tipologia dello stabile, sia poichè è considerata opera necessaria al supporto delle antenne (strumento indispensabile al funzionamento della stazione). Differente è il discorso nel caso di installazione di tralicci superiori ai 10 metri che necessitano di un particolare sistema di ancoraggio e controventatura: in tal caso occorre documentarsi presso l'ufficio tecnico del proprio comune prima di iniziare i lavori. In ogni caso è presente una notevole documentazione giuridica che rigurda l'installazione delle antenne quasi sempre favorevole al radioamatore, anche in funzione del particolare Servizio che svolge (soprattutto nei casi di calamità naturali).
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18. Per installare le antenne radioamatoriali è necessario presentare la documentazione all'ARPA (o all'ASL) e attendere il loro parere favorevole?
No. Anche se il DM 381/98 prevede che qualsiasi impianto radioelettrico debba rispettare i limiti di emissioni elettromagnetiche (6 Volt/metro nelle aree residenziali) quasi nessuna regione italiana ha imposto delle rigide procedure per l'installazione delle antenne destinate al Servizio di Radioamatore per i seguenti motivi:
- le emissioni sono particolarmente sporadiche e irradiano per brevi periodi di tempo;
- la potenza dei segnali emessi dalle antenne radioamatoriali quasi mai supera 1 Volt/metro (rilevamenti di varie agenzie ARPA e del CNR);
- per il particolare servizio svolto dai radioamatori le antenne possono essere continuamente e liberamente modificate nel numero e/o nella tipologia;
- i radioamatori possono autocostruirsi i propri apparati e antenne.
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